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Un'arte antica: storia del ferro battuto

L'antica arte del ferro battuto confonde le proprie origini con le origini stesse dell'uomo. Nonostante il ferro sia l'elemento più abbondante in natura, la sua diffusione è stata storicamente assai lenta e difficile.

La nascita del ferro battuto

L'evoluzione dell'uomo è segnata dall'apprendimento dei segreti necessari all'uso di questo metallo. L'età del ferro (1000 a.c), che seguì quella della pietra, costituì un enorme passo avanti per l'uomo.

Anche se strumenti e armi di metallo duro sono noti già da un paio di millenni, la storia del ferro battuto nasce molti secoli dopo, quando gli uomini di allora si accorsero che la massa di ferro fuso doveva venire nuovamente scaldata per venire successivamente forgiata e modellata secondo le varie necessità. La figura del fabbro - circondata anche da un aura magica - divenne ben presto di grande rilievo nella società e nell'organizzazione civile, come dimostrano molti episodi della mitologia ellenica.

L'uso del ferro battuto al tempo dei romani

Lo stesso accadde al tempo dei romani, quando i fabbri dirottarono sempre più la loro maestria dal settore militare, che fino ad allora era stato il preminente, a quello civile. Plinio il Vecchio ci fa addirittura sapere che al suo tempo ( I sec d.c. ) il ferro costava ed era ricercato addirittura più dell'argento e già a Roma nacque una prima corporazione di maestri fabbri.

Dopo le invasioni barbariche, bisogna attendere il nuovo millennio e la rinascita culturale ed economica dell'Europa per ritrovare in grande stile i fabbri al lavoro.

I conventi e il "fabbro itinerante"

I centri diffusori dell'arte di battere il ferro divennero i conventi, dove nacquero vere e proprie scuole.

Accanto a questi centri fissi si diffuse la figura del "fabbro itinerante" maestro nell'arte di battere il ferro che si spostava di città in città e metteva la propria conoscenza e capacità a servizio di chi potesse garantirgli un lauto compenso. La materia prima, il ferro fuso, veniva prodotta in pochi grandi centri, in genere nelle vicinanze delle miniere. Un'autentica rivoluzione la segnarono i nuovi forni verticali nati nel 1200 in Germania, che per la prima volta nella storia resero disponibili grandi quantità di materia prima. 

Il ferro battuto a Firenze

Firenze è considerata una vera e propria culla della lavorazione del ferro. Nel 1200 esisteva già una attività molto fiorente. A quell'epoca la maggior parte dei fabbri, dei ferratori o dei "maniscalchi", come a quel tempo venivano chiamati, produceva utensili a mano e attrezzi vari per l'agricoltura.

Quella dei fabbri e della lavorazione del ferro fu addirittura una delle più antiche corporazioni artigiane della città nella quale si riunirono i maestri fabbri per avere maggiore peso e rappresentatività. Essa apparteneva alle "arti medie" e solo in un secondo momento questa corporazione fu affiancata alle "arti maggiori", come quella della lana, ad esempio, con l'appellativo di "nuova arte maggiore". In questo periodo di lotte particolarmente intense per vedere riconosciuta una posizione sociale ed economica all'interno della città, la corporazione dei fabbri era rappresentata da 12 rettori, che poi, una volta che la situazione si stabilizzò, divennero solo 6. La corporazione dei fabbri aveva fra l'altro alcuni elementi distintivi rispetto alle altre di quel tempo, i garzoni dei fabbri godevano infatti di una posizione particolarmente privilegiata, con un salario molto buono, prendevano inoltre parte alle decisioni della corporazione.

Gli oggetti che si producevano a quel tempo erano telai per l'industria tessile, chiavi, chiodi, ganci, chiavistelli, cardini, pale da fuoco, treppiedi, borchie, lanterne, succhielli, fibbie e fermagli.

La materia prima per queste lavorazioni veniva ottenuta in alcune fucine. Verso la fine del 1200, i fabbri fiorentini, per proteggersi dalla concorrenza di alcuni fabbri del contado, riuscirono ad ottenere un decreto con cui venivano di fatto impedite queste attività concorrenziali.

Nei secoli successivi Firenze e la Toscana furono al centro di un grande sviluppo dell'arte di battere il ferro. I ferri per Palazzo Strozzi vennero realizzati sul finire del XV secolo da un famoso fabbro, Niccolò il Grosso, detto il Caparra, il cui nome già indicava le sue capacità e la sua forza fisica, caratteristica quest'ultima necessaria per questo tipo di lavoro. Anche nel seicento e settecento, il ferro battuto segue le tendenze della moda e dei gusti del tempo, con un arricchimento delle lavorazioni reso possibile anche dall'affinamento delle tecniche. Elemento fondamentale di quest'arte diventano le foglie e il fogliame.

Il ferro battuto nell'epoca moderna

 L'arte e la magia del ferro battuto, oggi universalmente riconosciute e apprezzate, hanno conosciuto nella loro lunga storia attraverso i secoli e i millenni anche periodi di declino e di offuscamento. Uno di questi, l'ultimo in ordine cronologico, risale al diciottesimo secolo, quando il trionfo di un'architettura e di un gusto estetico particolarmente freddi e calcolati, alla ricerca di una copia quanto più vicina possibile alla perfezione classica dei grandi maestri greci dell'antichità, toglieva spazio alla capacità espressiva dei fabbri.

Anche il progresso tecnologico sembrava mettere in forse il perpetuarsi di questa straordinaria forma d'arte: prendono infatti sempre maggior campo le fusioni in ghisa che sottraggono ulteriore spazio all'attività e alla capacità espressive dei fabbri. E' una nuova impostazione culturale letteraria e estetica come il romanticismo che ridà vigore all'arte fabbrile, arrivando addirittura a teorizzare che la rinascita dell'arte non può viaggiare disgiunta dalla crescita e dall'affermarsi di un artigianato di qualità, a restituire vita e dignità alla lavorazione del ferro battuto è un architetto francese, Viollet-le-Duc, che a Boulanger riprende in grande stile questa attività.

L'affermarsi dello stile liberty con i suoi richiami al mondo naturale consacra definitivamente la produzione fabbrile nell'epoca moderna, ritagliando per i fabbri e i maestri di ferro battuto un nuovo spazio dove esercitare la propria creatività. E' realizzando frutti, fiori, animali, pesci, uccelli e altri ornamenti con i quali arricchire oggetti della vita di tutti i giorni che l'arte del ferro battuto torna in grande auge.

Nemmeno l'affermarsi temporaneo di una corrente di pensiero come il razionalismo, nei decenni scorsi, ha costituito un elemento di freno alla creatività di questi straordinari artisti-artigiani.

La Effe.Bi nasce e si sviluppa da questo contesto, trae linfa vitale e creatrice da una storia unica e irrepetibile.


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